DOMANDE SU QE4PEOPLE

Che cos'è il Quantitative Easing for People ?

Il Quantitative Easing for People significa dare e non prestare nuovo denaro ai cittadini o allo Stato.

Che cos'è la sovranità monetaria ?

Partiamo dalla sua definizione : "In diritto costituzionale per sovranità monetaria si intende il diritto o potere da parte di un soggetto giuridico (tipicamente uno Stato) di emettere o stampare moneta in linea con le sue scelte di politica monetaria (la proprietà e/o la gestione del bene monetario e del soggetto delegato ad emettere/stampare moneta)."
La sovranità monetaria nasce nel passato come diritto del sovrano ad emettere moneta, per la quale aveva il diritto di percepire un utile pari ad una percentuale del metallo utilizzato per coniare le monete metalliche con la sua effige. Detta percentuale rappresentava il signoraggio (o aggio del signore).
Oggi la definizione più generale di signoraggio è la seguente :
"Per signoraggio viene comunemente inteso l'insieme dei redditi derivanti dall'emissione di moneta. Per le banche centrali, il reddito da signoraggio può essere definito come il flusso di interessi generato dalle attività detenute in contropartita delle banconote in circolazione o, più generalmente, della base monetaria".

A chi spetta oggi nell'Eurozona il signoraggio monetario ?

La Banca d'Italia specifica in modo chiaro da chi viene percepito il signoraggio :
"Oggi, quindi, il signoraggio viene percepito in prima battuta dalle banche centrali, le quali tuttavia lo riversano poi agli Stati, titolari ultimi della sovranità monetaria. La principale differenza consiste nelle modalità con cui si forma il signoraggio. Quando la moneta è prodotta dallo Stato, è quest'ultimo che, spendendola ad esempio per acquistare beni e servizi, la mette in circolo nell'economia e realizza immediatamente il controvalore, al netto dei costi di produzione. Quando invece è la banca centrale a emettere le banconote (o, più in generale, la base monetaria, che include anche le riserve costituite dalle banche su conti presso la banca centrale), queste non sono spese in beni e servizi ma fornite alle banche commerciali, in forma di prestito, per le esigenze del sistema economico, o utilizzate per l'acquisto di attività finanziarie, come i titoli di Stato o le attività in valuta estera; al valore delle banconote, iscritto al passivo del bilancio della banca centrale, corrisponde quindi l'iscrizione di attività fruttifere nell'attivo del bilancio, che rendono un interesse."
Quindi ci sono due tipi di moneta e conseguentemente di signoraggio :
- quella emessa dallo Stato, che spendendola direttamente acquisisce il controvalore al netto dei costi di produzione;
- quella emessa dalla BCE, il cui reddito monetario, una volta dedotte le spese di funzionamento ed effettuati i necessari accantonamenti, viene comunque riversato agli Stati attraverso le Banche Centrali Nazionali.     

Chi emette o stampa la moneta nell'Eurozona ?

Nell'Eurozona viene attualmente emesso denaro sotto diverse forme :
1 - monete metalliche coniate dagli Stati, la cui quantità però è decisa dalla BCE;
2 - banconote emesse dalla BCE;
3 - denaro elettronico emesso dalla BCE;
4 - credito creato dal sistema bancario che rappresenta però più del 90% del totale della moneta che usiamo.
La moneta nel passato aveva l'obbligo di convertibilità in oro, per cui il suo valore era determinato dal valore dell'oro fornito in cambio. Attualmente, come spiega la Banca d'Italia, non è più così :
"Tale obbligo è stato perciò abolito e l'emissione della moneta è stata affidata alle banche centrali. Oggi il valore delle banconote è garantito, oltre che dalle leggi dello Stato (valore legale), dall'obiettivo assegnato alle banche centrali di mantenere l'offerta di moneta commisurata alle necessità dell'economia, evitando così sia l'inflazione che la deflazione."
Quindi alla Banca Centrale Europea dell'Eurozona, con il TFUE (Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea), è stato ceduto il compito di controllare la quantità di moneta in circolazione per raggiungere l'obiettivo della stabilità dei prezzi, che significa prefiggersi di "mantenere l’inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio periodo", come dichiarato nel maggio 2003 dal Consiglio della BCE.

E' stato raggiunto questo obiettivo ?

Assolutamente no. In questo momento siamo ben lontani dal raggiungere l'obiettivo del 2% di inflazione, siamo anzi in fase di deflazione, che è considerata una sventura per l'economia e per il sistema bancario nel suo complesso, poiché i redditi dei privati crescono meno e diventa più difficoltosa la restituzione dei prestiti  erogati.
La BCE ha provato ad aumentare la quantità di moneta in circolazione nell'economia reale, per invertire la tendenza al calo dei prezzi, attraverso sostanzialmente tre soluzioni :
- riduzione del tasso di interesse sui depositi tenuti presso la Banca Centrale, che oggi è addirittura negativo;
- LTRO, prestiti di nuovo denaro elettronico alle banche, a tassi d'interesse addirittura negativi;
- Quantitative Easing, cioè nuovo denaro elettronico per acquisto titoli sui mercati finanziari.
Queste soluzioni hanno fornito denaro alle banche ed ai mercati finanziari, ma non riescono a farlo arrivare all'economia reale, perché le quantità di banconote e le monete metalliche sono pressoché costanti, la moneta elettronica viene fornita solo alle banche ed ai mercati finanziari ed il credito erogato dal sistema bancario è in calo.
Quindi stiamo assistendo all'impossibilità della Banca Centrale Europea di assolvere al suo compito primario, cioè quello di raggiungere l'obiettivo principale della stabilità dei prezzi, con un livello d’inflazione intorno al 2%.
In realtà l'art.127 del TFUE, fatto salvo questo obiettivo, impone anche di sostenere le politiche economiche generali nell'Unione, al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell'Unione definiti nell'articolo 3 del Trattato sull'Unione Europea, che sono tra gli altri :
- di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli;
- di adoperarsi per lo sviluppo sostenibile dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente;
- di promuovere la coesione economica, sociale e territoriale  e la solidarietà tra gli Stati membri.
Attualmente gli obiettivi di crescita economica equilibrata, stabilità dei prezzi, piena occupazione, qualità dell'ambiente, coesione economica e sociale, ma soprattutto solidarietà tra gli Stati membri mancano completamente in questa Unione Europea e nell'azione della sua BCE, che anzi sembra andare nella direzione esattamente opposta.  

Ci sono altre soluzioni per far arrivare denaro all'economia reale ?

Per realizzare gli obiettivi di crescita economica equilibrata, stabilità dei prezzi, piena occupazione e coesione economica e sociale in tutti gli Stati membri, è necessario creare nuovo denaro e farlo arrivare direttamente nell'economia reale, soprattutto negli Stati e nei settori della popolazione che in questo momento sono maggiormente in difficoltà a causa di questo sistema monetario.
Ricordiamo sempre che le Banche Centrali possono sempre creare denaro senza alcun limite di quantità. Lo ammette anche al Banca Centrale Europea che nel documento n.169 dell'aprile 2016, dal titolo "Profit distribution and loss coverage rules for central banks", nella nota n.7 a pagina 14, dice testualmente : "Le banche Centrali sono protette contro l'insolvenza a causa della loro capacità di creare denaro e possono perciò operare con patrimonio netto negativo".
Ci sono quindi altre soluzioni, diverse da quelle adottate fino ad oggi, che permetterebbero di ottenere questi obiettivi :
1 - la BCE autorizza gli Stati dell'Eurozona, ad aumentare la quantità di moneta metalliche coniate ogni anno, anche di grande valore superiore a 2 euro, che verrebbero depositate presso le BCN e tramutate in moneta elettronica;
2 - lo Stato emette Biglietti di Stato, che storicamente sono emessi da chi ha la sovranità monetaria e che non sono vietati espressamente dai Trattati, quindi non devono avere l'autorizzazione della BCE (l'art.128 del TFUE vieta solo le banconote che sono messe al passivo);
3 - lo Stato crea Denaro Elettronico dal nulla come fanno le banche private, solo che essendo titolare della sovranità monetaria e di tutti i redditi relativi, può mettere questo denaro all'attivo del suo bilancio e non al passivo;
4 - gli Stati creano delle Carte di Credito di Stato, non espressamente vietate dal TFUE, che possono essere utilizzate dai cittadini e dalle aziende e che permettono di avere moneta allo scoperto fino ad un determinato importo, ripagabile con degli sconti ogni volta che si pagano le tasse;
5 - Quantitative Easing for People, cioè la BCE accredita denaro direttamente nei conti correnti dei cittadini o dello Stato, che è possibile secondo Peter Praet, membro del Comitato Esecutivo della BCE, perché  "darebbe alla gente una parte del valore attuale netto del signoraggio futuro, il profitto che si realizza sulle future banconote";
6 - gli Stati creano una moneta a valenza fiscale, Certificati di Riduzione o di Credito Fiscali, che affiancherebbe l'euro, in quanto la sovranità tributaria è ancora di loro competenza esclusiva e non aumentano il Debito Pubblico.
Vediamo nel dettaglio ognuna di queste soluzioni, che potrebbero sostituire l'attuale Quantitative Easing da 80 mld di euro al mese in Europa, per manifesta inutilità nel risolvere i problemi dell'economia reale.
Ognuna di queste soluzioni, potrebbe creare la stessa quantità di denaro del Quantitative Easing ma utilizzata come "QE for People", che equivarrebbe in Italia, ad emettere circa 10 mld di euro al mese fino al raggiungimento degli obiettivi principali previsti dal TFUE.

1° soluzione - Monete metalliche
La prima soluzione permette agli Stati di coniare monete metalliche di valore superiore a 2 euro, che però avrebbero valore solo all'interno dei propri confini, come fanno la Germania e la Finlandia con moneta da 5 euro, ma anche i Portogallo o l'Austria con monete fino a 10 euro.
Le monete attualmente coniate dagli Stati, vengono depositate presso le Banche Centrali Nazionali in cambio di una cifra equivalente in moneta elettronica sul loro conto corrente, anche se per importi limitati e decisa dalla BCE, ma la stessa cosa potrebbe avvenire per importi ben maggiori, se fossero create monete da 1 milione o 1 miliardo di euro, in modo da raggiungere la quantità prevista.

2° soluzione - Biglietti di Stato
Lo Stato emette Biglietti di Stato, che storicamente sono emessi da chi ha la sovranità monetaria e che non sono vietati espressamente dai Trattati, quindi non devono avere l'autorizzazione della BCE (l'art.128 del TFUE vieta solo le banconote che sono messe al passivo). L'emissione di Biglietti di Stato è equivalente al conio di monete metalliche, come nel caso del famoso biglietto da 500 lire della Repubblica Italiana, emesso al posto della moneta da 500 lire. 
I Biglietti di Stato, come le monete metalliche, possono essere depositati presso la Banca d'Italia e cambiati in moneta elettronica. L'art.123 del TFUE vieta la concessione di scoperti di conto agli Stati, ma non il cambio in moneta elettronica da parte delle BCN, di Biglietti di Stato, di qualsiasi importo, emessi dai singoli Stati.

3° soluzione - Denaro Elettronico
Il Denaro Elettronico è una forma di moneta che attualmente non viene controllata dalla BCE e quindi può essere creata dal nulla senza limiti. Prova ne è che la moneta bancaria emessa dalle Banche Private e Pubbliche è diventata il 97% di tutta la moneta che usiamo e la BCE non ha alcun controllo su di essa. Marvyn King, ex Governatore della Banca d'Inghilterra, ha detto nel 2012 :"Quando le banche erogano prestiti a clienti, creano denaro accreditandolo sui loro conti correnti. Nella creazione di moneta, quindi, il ruolo di gran lunga maggiore è quello delle banche private".
Se viene permesso alle banche private e pubbliche di creare denaro dal nulla in quantità così grandi, figuriamoci se questo non possa essere fatto da uno Stato che è titolare della sovranità monetaria. La differenza è che mentre le banche possono crearlo solo come credito mettendolo al passivo del proprio bilancio, lo Stato lo può creare e mettere all'attivo avendo diritto a percepire il signoraggio relativo, come già avviene per le monete metalliche. 
Ricordiamo cosa disse Wim Duisenberg, ex Presidente della BCE nel 2002, quando gli fu chiesto cosa ne pensava della proposta di Giulio Tremonti di fare le banconote da 1 e 2 euro ;"In linea di principio non abbiamo nulla contro di essa, ma stiamo valutando le implicazioni e spero che il signor Tremonti si renda conto che se tale banconote dovessero essere introdotte, avrebbe perso il signoraggio che va con esse".  
L'art.123 del TFUE, che vieta la concessione di scoperti di conto agli Stati, non rientrerebbe in questa casistica perchè questo denaro che lo Stato si accredita non è certo un prestito da parte della BCE, ma equivale a percepire direttamente il signoraggio relativo.
Il problema potrebbe essere facilmente risolto anche accreditando la nuova moneta elettronica sui conti correnti di una banca completamente pubblica per conto dello Stato.
Ma in realtà non è necessario, perché l'accredito diretto nell'attivo del bilancio determina l'acquisizione del valore del denaro creato con l'emissione monetaria, che spetta sempre e comunque allo Stato come nel caso delle monete metalliche.

4° soluzione - Carte di Credito di Stato
Gli Stati possono creare delle Carte di Credito di Stato, che non sono espressamente vietate dal TFUE, ma che possono essere utilizzate dai cittadini e dalle aziende con il sistema della moneta elettronica allo scoperto fino ad un determinato importo. Successivamente questo scoperto può essere ripagato con degli sconti in percentuale ogni volta che si pagano le tasse, magari inversamente proporzionali al reddito. L'art.128 del TFUE riserva alla BCE e alle BCN il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione delle banconote, mentre gli Stati possono coniare monete metalliche in euro con l'approvazione della BCE per quanto riguarda la quantità totale.
All'interno del TFUE, non si parla mai di moneta elettronica, meno che mai di Carte di Credito di Stato, e quindi non è pertanto espressamente vietata la loro creazione da parte degli Stati, prevedendo la loro rimborsabilità con sconti sulle tasse pagate.

5° soluzione - Quantitative Easing for People
Questa soluzione è stata dichiarata possibile da Peter Praet, membro del Comitato Esecutivo della BCE, in una intervista al giornale La Repubblica, dove gli avevano domandato : "Ma in linea di principio la BCE potrebbe stampare assegni e inviarli alla gente? Sì, - ha risposto Peter Praet - tutte le banche centrali possono farlo. È possibile emettere moneta e distribuirla alle persone. Questo è "Helicopter Money". L'Helicopter Money darebbe alla gente una parte del valore attuale netto del signoraggio futuro, il profitto che si realizza sulle future banconote".
L'obiezione più grande a questa soluzione, è quella che distribuirebbe denaro in modo indifferenziato a tutte le fasce della popolazione, anche a quelle più ricche che non ne avrebbero bisogno.
Ma se questo denaro fosse considerato un reddito per il cittadino, sommandosi agli altri redditi personali, sarebbe tassato maggiormente per i ricchi e meno per i poveri, permettendo allo Stato di aumentare le proprie entrate fiscali che potrebbero essere utilizzate per ulteriori politiche di rilancio dell'economia o di redistribuzione dei redditi. 
In realtà il denaro creato dal nulla può essere accreditato direttamente allo Stato e da questo distribuito ai cittadini ed alle aziende, sulla base delle decisioni relative alle politiche economiche che sono state decise per risolvere finalmente la crisi e raggiungere gli obiettivi previsti dai Trattati.

6° soluzione - Creazione di una moneta fiscale
Gli Stati ancora posseggono una completa sovranità fiscale, che permetterebbe loro di creare dei Certificati di Riduzione o di Credito Fiscali, che abbiano valore per il pagamento delle tasse, entro 2 o più anni dalla loro emissione, in modo da permettere una crescita tale dell'economia e del PIL, da annullare la futura riduzione delle entrate fiscali.
Nel frattempo le banche devono garantire la loro convertibilità in moneta elettronica fino all'arrivo del giorno del loro possibile utilizzo, in modo da permettere una crescita tale dell'economia e del PIL, da annullare la futura riduzione delle entrate fiscali causata dal loro utilizzo.
Questa soluzione è quella che meglio si adatta alle necessità dei singoli Stati e che permette loro di dimensionare la quantità di moneta creata in funzione delle reali esigenze della loro economia.

Conclusioni

Per risolvere la crisi economica attuale, è necessario aumentare la quantità di denaro in circolazione nell'economia reale, in modo da garantire crescita economica equilibrata, stabilità dei prezzi e piena occupazione, che sono alla base della coesione economica e sociale.
Le politiche di austerity richieste dalla Commissione Europea e dalla Banca Centrale Europea sono sempre state motivate dalla necessità di abbassare il Debito Pubblico, senza tenere in considerazione che una parte di esso può essere annullato perché detenuto dalle BCN.
Infatti, considerato che le BCN sono controllate dagli Stati nazionali, cui devono girare i redditi da signoraggio che ricavano dall'emissione monetaria, se si facesse, come previsto dalle norme dell'Unione Europea, il bilancio consolidato del gruppo composto dallo Stato e dalla BCN, la quota di debito detenuto da quest'ultima sarebbe annullato e quindi il rapporto Debito/PIL risulterebbe molto minore e sempre teoricamente e sostanzialmente riducibile.
Quindi il Debito Pubblico non è mai un problema perchè nell'attuale Eurozona, gli Stati sono ancora sovrani sulla loro moneta, cioè comunque destinatari ultimi della sovranità monetaria. 
Le soluzioni adottate fino ad ora dalla BCE non hanno prodotto i risultati voluti, né premesso di alla BCE di raggiungere gli obiettivi principali previsti dal TFUE, perché non hanno inciso sulla causa del problema.
Ci sono diverse soluzioni previste dal Trattato per il Funzionamento dell'Unione Europea che permetterebbero realmente di creare nuovo denaro per gli Stati e per l'economia reale e la BCE ha l'obbligo di utilizzarle per raggiungere i suoi obiettivi.
Noi cittadini dobbiamo esserne consapevoli e chiedere che siano adottate.

ALLEGATI
 Articolo 123 del TFUE
1. Sono vietati la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia, da parte della Banca centrale europea o da parte delle banche centrali degli Stati membri (in appresso denominate «banche centrali nazionali»), a istituzioni, organi od organismi dell'Unione, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli Stati membri, così come l'acquisto diretto presso di essi di titoli di debito da parte della Banca centrale europea o delle banche centrali nazionali.
2. Le disposizioni del paragrafo 1 non si applicano agli enti creditizi di proprietà pubblica che, nel contesto dell'offerta di liquidità da parte delle banche centrali, devono ricevere dalle banche centrali nazionali e dalla Banca centrale europea lo stesso trattamento degli enti creditizi privati.

Articolo 128 del TFUE
1. La Banca centrale europea ha il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione di banconote in euro all'interno dell'Unione. La Banca centrale europea e le banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell'Unione.
2. Gli Stati membri possono coniare monete metalliche in euro con l'approvazione della Banca centrale europea per quanto riguarda il volume del conio. Il Consiglio, su proposta della Commissione e previa consultazione del Parlamento europeo e della Banca centrale europea, può adottare misure per armonizzare le denominazioni e le specificazioni tecniche di tutte le monete metalliche destinate alla circolazione, nella misura necessaria per agevolare la loro circolazione nell'Unione.

Articolo 127 del TFUE
1. L'obiettivo principale del Sistema europeo di banche centrali, in appresso denominato «SEBC», è il mantenimento della stabilità dei prezzi. Fatto salvo l'obiettivo della stabilità dei prezzi, il SEBC sostiene le politiche economiche generali nell'Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell'Unione definiti nell'articolo 3 del trattato sull'Unione europea. Il SEBC agisce in conformità del principio di un'economia di mercato aperta e in libera concorrenza, favorendo una efficace allocazione delle risorse e rispettando i principi di cui all'articolo 119.
2. I compiti fondamentali da assolvere tramite il SEBC sono i seguenti:
— definire e attuare la politica monetaria dell'Unione,
— svolgere le operazioni sui cambi in linea con le disposizioni dell'articolo 219,
— detenere e gestire le riserve ufficiali in valuta estera degli Stati membri,
— promuovere il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento.
3. Il paragrafo 2, terzo trattino, non pregiudica la detenzione e la gestione da parte dei governi degli Stati membri di saldi operativi in valuta estera.
4. La Banca centrale europea viene consultata:
— in merito a qualsiasi proposta di atto dell'Unione che rientri nelle sue competenze,
— dalle autorità nazionali, sui progetti di disposizioni legislative che rientrino nelle sue competenze, ma entro i limiti e alle condizioni stabiliti dal Consiglio, secondo la procedura di cui all'articolo 129, paragrafo 4.
La Banca centrale europea può formulare pareri da sottoporre alle istituzioni, agli organi o agli organismi dell'Unione competenti o alle autorità nazionali su questioni che rientrano nelle sue competenze.
5. Il SEBC contribuisce ad una buona conduzione delle politiche perseguite dalle competenti autorità per quanto riguarda la vigilanza prudenziale degli enti creditizi e la stabilità del sistema finanziario.
6. Il Consiglio, deliberando all'unanimità mediante regolamenti secondo una procedura legislativa speciale, previa consultazione del Parlamento europeo e della Banca centrale europea, può affidare alla Banca centrale europea compiti specifici in merito alle politiche che riguardano la vigilanza prudenziale degli enti creditizi e delle altre istituzioni finanziarie, escluse le imprese di assicurazione.

Articolo 3 del TUE
1. L'Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli. 
2. L'Unione offre ai suoi cittadini uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne, in cui sia assicurata la libera circolazione delle persone insieme a misure appropriate per quanto concerne i controlli alle frontiere esterne, l'asilo, l'immigrazione, la prevenzione della criminalità e la lotta contro quest'ultima.
3. L'Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente. Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico. L'Unione combatte l'esclusione sociale e le discriminazioni e promuove la giustizia e la protezione sociali, la parità tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela dei diritti del minore. Essa promuove la coesione economica, sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri. Essa rispetta la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica e vigila sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo.
4. L'Unione istituisce un'unione economica e monetaria la cui moneta è l'euro.
5. Nelle relazioni con il resto del mondo l'Unione afferma e promuove i suoi valori e interessi, contribuendo alla protezione dei suoi cittadini. Contribuisce alla pace, alla sicurezza, allo sviluppo sostenibile della Terra, alla solidarietà e al rispetto reciproco tra i popoli, al commercio libero ed equo, all'eliminazione della povertà e alla tutela dei diritti umani, in particolare dei diritti del minore, e alla rigorosa osservanza e allo sviluppo del diritto internazionale, in particolare al rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite.
6. L'Unione persegue i suoi obiettivi con i mezzi appropriati, in ragione delle competenze che le sono attribuite nei trattati.

Articolo 119 del TFUE
1. Ai fini enunciati all'articolo 3 del trattato sull'Unione europea, l'azione degli Stati membri e dell'Unione comprende, alle condizioni previste dai trattati, l'adozione di una politica economica che è fondata sullo stretto coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri, sul mercato interno e sulla definizione di obiettivi comuni, condotta conformemente al principio di un'economia di mercato aperta e in libera concorrenza.
2. Parallelamente, alle condizioni e secondo le procedure previste dai trattati, questa azione comprende una moneta unica, l'euro, nonché la definizione e la conduzione di una politica monetaria e di una politica del cambio uniche, che abbiano l'obiettivo principale di mantenere la stabilità dei prezzi e, fatto salvo questo obiettivo, di sostenere le politiche economiche generali nell'Unione conformemente al principio di un'economia di mercato aperta e in libera concorrenza.
3. Queste azioni degli Stati membri e dell'Unione implicano il rispetto dei seguenti principi direttivi: prezzi stabili, finanze pubbliche e condizioni monetarie sane nonché bilancia dei pagamenti sostenibile.

Articolo di Fabio Conditi del 7 giugno 2016